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giovedì 20 marzo 2014

ARE YOU READY FOR SPRING?

Ciao a Tutti!
Oggi, per la prima volta nella mia vita, ho realizzato che non sempre la PRIMAVERA inizia (davvero) il 21 MARZO!
Magari per voi è una cosa ovvia... beh, per me fino ad oggi non lo era! Non mi ero mai resa conto di questa "variabilità", non ci avevo mai prestato attenzione.
Così ho pensato di colmare questa mia lacuna (meglio tardi che mai! eheheh!) con una piccola ricerca.

Ecco una dettagliata spiegazione ricavata da WIRED.IT:


"Può essere il 19, il 20 o il 21 marzo. Quest’anno, per la settima volta consecutiva, sarà il 20 marzo. E non è un errore. L’equinozio di primavera, contrariamente da quello che abbiamo imparato da bambini e da quanto stabilito dal Concilio di Nicea nel 325 d.C. e poi confermato nel 1582 da Papa Gregorio XIII, non cade necessariamente il 21 marzo.















Con il termine equinozio, ci si dovrebbe riferire non a un giorno, ma a un istante. Quello in cui il Sole attraversa, passando dall’emisfero australe a quello boreale in marzo e viceversa in settembre durante l’equinozio di autunno, l’orizzonte celeste e tocca il cosiddetto punto vernaleovvero l’intersezione tra l’eclittica e l’equatore celeste. Questo istante nel 2014 in Italia cade alle 17:57 del 20 marzoOvviamente non è il Sole a muoversi, ma è la Terra a raggiungere il punto della sua orbita in cui poi apparentemente la nostra stella sembra compiere questo passaggio. 
Ciononostante e a discapito del nome equinozio  (dal latino “equi-nox“,  “ notte uguale” al dì), non è vero neanche che in questo giorno, o nel suo corrispettivo autunnale, le ore di luce siano esattamente quante quelle di buio. Le prime sono leggermente di più a causa dell’effetto dell’atmosfera terrestre (vediamo la luce del giorno da prima che il Sole sorga a dopo che esso è tramontato). È vero invece che nel giorno dell’equinozio, all’equatore, il Sole sorge perfettamente a Est, tramonta perfettamente a Ovest e a mezzogiorno si trova esattamente allo zenit
Oggi, poi, al Polo Nord comincia il giorno più lungo: terminerà solo fra sei mesi, a settembre, con l’equinozio d’autunno, quando comincerà la lunga notte, ovvero 6 mesi di buio in attesa del ritorno di marzo. Il contrario avviene invece al Polo Sud.
In realtà l’equinozio di primavera (astronomica) è ogni anno leggermente in anticipo rispetto al precedente, a causa di un fenomeno chiamato precessione dell’asse terrestre o precessione degli equinozi e provocato dalla forma non perfettamente sferica della Terra e delle forze esercitate sul pianeta dal Sole e dalla Luna. Tuttavia, grazie al  calendario gregoriano e all’introduzione degli anni bisestili (e delle loro eccezioni) l’equinozio cade sempre nello stesso periodo  anche se non esattamente il 21 Marzo, giorno scelto come ufficiale da Gregorio per fare in modo che Pasqua arrivi sempre “ la prima domenica che segue il plenilunio successivo all’equinozio di primavera”, come stabilito a Nicea.
Dall’inizio del nuovo millennio l’equinozio di primavera è stato il 21 marzo in due occasioni, nel 2003 e nel 2007, e tornerà a esserlo solo nel 2102. Nel 2044 e nel 2496, cadrà invece il 19 marzo."


It's the first day of spring
And my life is starting over again
Well the trees grow, the river flows
And it's water will wash away my sin

For I do believe that everyone
Has one chance to fuck up their lives
Like a cut down tree I will rise again
And I'll be bigger and stronger than ever before

For I'm still here hoping that one day you may come back
For I'm still here hoping that one day you may come back

There is hope in every new seed
And every flower that grows upon the earth
And though I love you and you know that
Well, I no longer know what that's worth

But I'll come back to you in a year or so
And I'll rebuild, be ready to become
Oh, the person you believed in
Oh, the person that you used to love

For I'm still here hoping that one day you may come back
For I'm still here hoping that one day you may come back

martedì 11 marzo 2014

IL CAMBIAMENTO

Il CAMBIAMENTO accompagna molte fasi della nostra vita in concomitanza con svolte cruciali (ad esempio in ambito sentimentale, lavorativo, nelle amicizie, ecc...) in tutto quello che sta fuori e dentro di noi.
C'è chi ama cambiare continuamente in un perenne trasformismo e chi invece, al contrario, rifugge il cambiamento, quasi fosse un salto nel buio che, una volta spiccato, non permette più di tornare indietro (forse per paura di andare in peggio).
Quanto a me potrei, in linea di massima, affermare di essere favorevole al cambiamento se si tratta di innovazione e miglioramento del mondo e della società, ma sfavorevole se inteso come riferito alla mia persona. Il mio "stile" è sempre più o meno lo stesso, indipendentemente dalle mode. Un modo di essere e di apparire solo mio, che mi fa sentire più sicura di fronte al mondo e agli sguardi degli altri. Se dovessi esprimere un desiderio riferito alla mia persona, infatti, non sarebbe "cambiare", quanto piuttosto "conservare" tutto così com'è, intatto, inalterato. (Qualche aggiustatina qua e là non guasterebbe..., ma solo a patto di non snaturare l'immagine nel suo insieme). Sarà la prova di un consolidato equilibrio con me stessa o sintomo di stasi bloccante?
A volte mi rendo conto che questo si riflette anche nella mia vita: quando si tratta di prendere decisioni importanti ed irreversibili, tendo a procrastinare sempre, di giorno in giorno, sperando sotto sotto che siano gli "eventi" a decidere per me, al posto mio. Quasi, forse, a non volermi assumere le responsabilità che ogni scelta inevitabilmente comporta.

Nel romanzo
"DI NOI TRE" di Andrea De Carlo, ho trovato questo passaggio, perfettamente in linea con questa mia forma di "staticità": 
"E' incredibile come finisci per entrare in un tipo di vita, tra i molti che avresti a disposizione, e da lì in poi tutto quello che fai succede in modo quasi automatico. Sei dentro un meccanismo altamente assistito, come il pilota di un aereo moderno che deve solo tenere d'occhio i computer di bordo e ascoltare i messaggi delle torri di controllo. Non devi fare più nessuna vera scelta che metta in discussione il percorso, devi solo valutare le opzioni che ti vengono proposte. Ci vuole una catastrofe o un miracolo, per venirne fuori".

Voi cosa ne pensate? E' più difficile cambiare o continuare a mantenere tutto immutato?

mercoledì 5 marzo 2014

"IL COPERCHIO DEL MARE" di BANANA YOSHIMOTO

...e dopo i brevi estratti dei post precedenti da "IL COPERCHIO DEL MARE" di Banana Yoshimoto, ecco qualche informazione in più su questo libro che, come quasi tutti gli altri dell'autrice, ho apprezzato molto...



Ecco, in sintesi, la TRAMA:
Mari si è appena laureata ed è tornata a vivere nel suo paese natale, dove ha deciso di aprire un piccolo chiosco di granite. Quest'estate sua madre ospita Hajime, la figlia di una cara amica, che sta attraversando un periodo molto difficile a causa della morte della nonna. Mari non è affatto entusiasta: è indaffarata col chiosco appena avviato e pensa di non avere tempo per fare compagnia a una ragazza così piena di problemi. Oltre a brutte cicatrici che le ricoprono il corpo, dopo la morte della nonna Hajime si rifiuta di mangiare e di uscire di casa. Ciononostante le due ragazze a poco a poco diventano amiche e Hajime inizia ad aiutare Mari nel lavoro. Il resto del tempo lo trascorrono tra nuotate in mare, passeggiate sulla spiaggia e lunghe chiacchierate, sempre sullo sfondo di un incantevole paesaggio marino. E il mare sembra essere il vero protagonista del romanzo, con i suoi misteri e le creature che si celano negli abissi, una presenza costante e rassicurante nella vita di Mari, e un balsamo per l'anima ferita di Hajime. Sul finire dell'estate, quando l'acqua diventa di giorno in giorno più fredda e il vento sulla spiaggia solleva i granelli di sabbia nella tiepida luce di settembre, Hajime parte per fare ritorno a casa. Mari è molto triste, ma il ricordo della loro amicizia l'aiuterà a superare anche la solitudine dei lunghi mesi invernali. Forse non è riuscita a risolvere del tutto i problemi dell'amica, ma sicuramente l'ha aiutata a guardare al futuro con maggiore fiducia.

Ciò che mi piace particolarmente nei libri di Banana Yoshimoto è la CORRISPONDENZA TRA STATI D'ANIMO E PAESAGGI.
Mi affascinano le sue descrizioni del MARE che, anche in questo romanzo, emerge come indiscusso protagonista assieme alle 2 amiche.
Il suo modo di raccontare temi quali l'amore, l'amicizia, la morte e la separazione da persone care è sempre delicato e poetico: con semplicità e freschezza scava nell'animo dei personaggi, senza mai essere troppo melensa, drammatica o tragica, nemmeno nelle situazioni più tristi.
Infine, a mio parere, un altro filo rosso della sua prosa, è la SPERANZA. Leggere i suoi libri riconforta, calma, perchè, sempre, fa intravvedere la luce della speranza, la possibilità di una rinascita. Un messaggio che mi carica di positività verso la vita.